III Domenica di avvento.

L’esortazione della liturgia odierna a “rallegrarci nel Signore che viene” è invito a guardare la nostra vita, soprattutto nei momenti difficili, con occhi illuminati dalla luce del cielo. Allora la gioia che nasce dall’attesa
del regno di fio può trasformarsi in testimonianza di accoglienza, di carità paziente, di apertura al bene in tutte le sue forme.
La figura del Battista, nel Vangelo (Matteo 11,2-11) di oggi interpreta la domanda di noi tutti: anche il nostro tempo, infatti, è attraversato da attese che spesso ingannano. La risposta di Gesù vale per noi: la vicinanza di Dio ai piccoli e ai poveri della terra è il segno a cui è rinviata anche la nostra attesa.
Allo stesso modo le persone sfiduciate sono incoraggiate nella prima lettura (Isaia 35,1-6°; 8/a-10) a riprendere in
mano la propria vita.
La seconda lettura (Giacomo 5,7-10) esorta alla pazienza e alla costanza, ad essere fiduciosi e a rinfrancare i cuori,
perché la venuta del Signore è vicina.