Riportiamo il commento di Papa Benedetto XVI, alla prima prima lettura della “Liturgia del Mercoledì delle Ceneri”
La chiesa ci ripropone il forte richiamo che il profeta Gioele rivolge al popolo di Israele:” così dice il signore: ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti” (2,12). Va sottolineata l’espressione “con tutto il cuore” che significa dal centro dei nostri pensieri e sentimenti, dalle radici delle nostre decisioni, scelte e azioni, con un gesto di totale e radicale libertà. Ma è possibile questo ritorno a Dio? Sì perché c’è una forza che non risiede nel nostro cuore, ma che si sprigiona dal cuore stesso di Dio. È la forza della sua misericordia. Dice ancora il profeta: “ritornate al Signore, vostro Dio, perchè egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male (v. 13).” Il ritorno del Signore è possibile come “grazia” perché è opera di Dio e frutto della fede che noi riponiamo nella sua misericordia. Ma questo ritornare a Dio diventa realtà concreta nella nostra vita solo quando la grazia del Signore penetra nell’intimo e lo scuote donandoci la forza di “lacerare il cuore”. È ancora il profeta a far risuonare da parte di Dio queste parole “laceratevi il cuore e non le vesti” (13). In effetti anche ai nostri giorni, molti sono pronti a “stracciarsi le vesti” di fronte a scandali e ingiustizie – naturalmente commessi da altri – ma pochi sembrano disponibili ad agire sul proprio “cuore”, sulla propria coscienza e sulle proprie intenzioni, lasciando che il Signore trasformi, rinnovi e converta.