III Domenica del Tempo Ordinario.

Nella liturgia di oggi c’è una forte accentuazione sulle Sacre Scritture, che sono la Parola di Dio per la vita e la missione degli uomini. E’ bellissima l’esperienza del popolo ebraico che accoglie e ascolta la Parola di Dio, al suo ritorno dall’esilio. “Il sacerdote Esdra portò la Legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere. Lesse il libro sulla piazza, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della Legge. Tutto il popolo rispose: Amen, Amen alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore. I leviti leggevano il libro della Legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso e, così, facevano comprendere la lettura. E tutti furono invitati a fare festa perché “la gioia del Signore è la vostra forza”. Così nel Vangelo, Gesù nella Sinagoga di Nazareth, si alza a leggere. E’ un brano del profeta che annuncia la sua missione. “Lo Spirito del Signore è sopra di me, mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annunzio….” Tutti nella sinagoga avevano gli occhi fissi su di lui. Cominciò a dire: Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”. La parola di Dio sostiene la vita del popolo ebraico, conferma la missione di Gesù, il salvatore. La Parola di Dio oggi – ecco la seconda lettura – chiama a noi a vivere nell’unità e nella carità, a continuare e realizzare l’opera di Gesù stesso. “Come il corpo è uno solo e ha molte membra e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo”. Noi siamo l’unico corpo di Cristo. “Dio ha disposto il corpo perché non vi sia divisione, ma le varie membra abbiano cura le une delle altre”. Siamo chiamati a vivere uniti gli uni agli altri, come le membra di un corpo, a servizio gli uni degli altri. Oggi possiamo vivere questa parola nell’unità vera, consapevole e profonda con gli altri e nella carità concreta verso le membra che soffrono, specialmente i più poveri e afflitti.