XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

La misericordia di Dio, espressione del suo amore libero e liberante, interpella ogni credente affinchè riveda il proprio modo di
intendere la sua fede e rifletta il proprio ruolo concreto che essa deve avere nella sua vita.
La libertà di Dio nella sua misericordia, può esprimersi in forme per noi imprevedibili: lo insegna Gesù stesso nel suo invitare a non vedere dei nemici in coloro “che non sono dei nostri”.
Nel proporre l’atteggiamento della tolleranza come stile proprio del credente, il Vangelo (marco 9,30-43.45-47) insegna a resistere alla tentazione di trovare sicurezza nei nostri schemi abituali e a vivere la carità come accoglienza del diverso, evitando per quanto possibile di diventare inciampo ad altri.
I doni di Dio, questo è il messaggio della prima lettura (Numeri 11,25-29) sono disponibili a tutti coloro che sanno accoglierli. Lo spirito di Dio soffia dove vuole, e il credente è invitato ad accogliere le manifestazioni, senza gelosie.
Chi fonda la propria sicurezza su quanto possiede ci ricorda la seconda lettura (giacomo 5,1-6) rischia una condotta arrogante che semina divisioni nella stessa comunità.