XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Oggi il Vangelo ci propone un detto di Gesù, diventato proverbiale: “Dare a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio” (Matteo 22,15-21).
È un invito a riflettere sulla nostra doppia cittadinanza: siamo infatti cittadini di uno Stato e siamo cittadini del Regno di Dio.
La prima lettura (Isaia 45, 1.4-6) ci presenta il caso di un imperatore importantissimo che si è comportato in modo generoso con il popolo eletto: il persiano Ciro. Egli dopo aver conquistato Babilonia, restituì la libertà agli israeliti che vivevano in esilio. Il Profeta Isaia presenta l’avvenimento nella prospettiva della provvidenza di Dio che guida la Storia e si prende cura del suo popolo.
L’Apostolo Paolo, nella seconda lettura (I Tessalonicesi 1,1-5b) ringrazia il Signore perché la comunità da lui fondata a Tessalonica, ha accolto la parola del Signore e le rimane fedele.