Solennità di Cristo Re.

La Chiesa conclude l’anno liturgico con una grande festa a Gesù, chiamandolo con il titolo di Re. Ogni Domenica, partecipando a Messa festeggiamo Gesù come vincitore della morte. È il re vincitore con le armi del Bene e dell’Amore. Il regno di Gesù è il regno della croce o, meglio ancora, il regno dell’Amore. La Croce che è il grande segno di tutti i cristiani sparsi nel mondo, è una cosa semplice, ma ricca di significato perché è il segno della vittoria dell’amore, è il segno di Cristo Re dell’universo. Per festeggiare Cristo, re dell’universo, la Chiesa non ci propone il racconto di una manifestazione splendente. Ma, al contrario, questa ci mette davanti la scena straziante della passione secondo san Giovanni, in cui Gesù umiliato e in catene compare davanti a Pilato, rappresentante di un grande impero. Scena straziante in cui l’accusato senza avvocato è a due giorni dal risuscitare nella gloria, e in cui il potente del momento è a due passi dallo sprofondare nella dimenticanza. Chi dei due è re? Quale dei due può rivendicare un potere reale? C’è il dialogo di questi due uomini. Pilato non capisce niente, né dei Giudei, né di Gesù, né del senso profondo del dibattito. Quanto a Gesù, una sola cosa conta, ed è la verità. Durante tutta la sua vita ha servito la verità, ha reso testimonianza alla verità. La verità sul Padre, la verità sulla vita eterna, la verità sulla lotta che l’uomo deve condurre in questo mondo, la verità sulla vita e sulla morte. Tutti campi essenziali, in cui la menzogna e l’errore sono mortali. Ecco cos’è essere re dell’universo: entrare nella verità e renderle testimonianza. Tutti i discepoli di Gesù sono chiamati a condividere la sua regalità, se “ascoltano la sua voce”. È veramente Re colui che la verità ha reso libero.

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